Noi di Borgonovo siamo abituati a precedere gli altri al traguardo, anche se il desiderio di gloria e successi non si placa mai.
La Contrada Borgonovo è una delle dodici contrade facenti parte del Palio delle Contrade città di Fucecchio. Il territorio della contrada è situato in centro. Partendo da Piazza XX Settembre, si estende per via Dante, fino all'incrocio di via Fucecchiello, lato destro, arrivando all'incrocio con via Renato Fucini, viale Bruno Buozzi, lato destro, e si ricongiunge con piazza XX Settembre. I colori della nostra contrada sono il Bianco e il Rosso e il nostro stemma è uno scudo coronato suddiviso in 4 quadranti, rappresentanti i colori dalla contrada, bianco e rosso, una testa di cavallo, e un ponte, che rappresenta la storia di Fucecchio e le origini.
La Storia
Le origini di Fucecchio sono strettamente legate alla storia dei conti Cadolingi, potente casata di origine pistoiese che, attorno all’anno Mille, possedeva già terre e castelli nella Valdinievole e nel Valdarno Inferiore. Spinti dalla crescente potenza del Vescovo di Pistoia a cercare nuovi spazi per poter affermare un proprio autonomo potere, essi trovarono nel "luogo detto Fucecchio" le condizioni ideali per costruire il centro di una signoria territoriale equidistante dalle maggiori città (Pistoia, Lucca, Pisa e Firenze) e all'incrocio di importanti vie di terra (la via Francigena) e d'acqua (l'Arno e la Gusciana, emissario del Padule di Fucecchio).
Presso un guado sull'Arno essi fecero erigere, attorno all’anno Mille, il castello di Salamarzana, primo nucleo dell’insediamento fucecchiese. Nel 986 è documentata per la prima volta la Chiesa di San Salvatore, fondata dal conte Cadolo in prossimità del ponte sull'Arno e dell'adiacente porto. Sul fiume era nato il secondo nucleo insediativo da cui si sarebbe sviluppato il centro abitato di Fucecchio: Borgonuovo, villaggio cresciuto accanto all'Arno e vivacizzato dal continuo passaggio di mercanti e pellegrini. Poco prima dell’anno Mille il conte Lotario, figlio di Cadolo, affiancò alla Chiesa di San Salvatore un monastero benedettino. La nuova istituzione, beneficiando di numerose donazioni, divenne una delle più prestigiose della regione riuscendo ad accumulare un vasto patrimonio fondiario. Nei primi anni del XII secolo una rovinosa alluvione dell'Arno costrinse i monaci a ricostruire gli edifici in un luogo più sicuro, sull'altura vicina al castello di Salamarzana (oggi poggio Salamartano). Da allora, e fino ad oggi, sia pure attraverso modifiche e ristrutturazioni, l'abbazia e l'adiacente chiesa di San Giovanni costituirono il polo ecclesiastico del paese.